Napoli-Milano-OPorto

Domani mattina due voli: Napoli-Milano,
Milano-OPorto. Il trasferimento in blocco a Viseu si avvicina e
domani si va a conoscere gli amici, i colleghi, il lavoro, le storie,
il cibo, le facce, il vino…

Avevo pensato di chiudere il blog
magari per aprirne un altro con un nome diverso visto che starò in
un paese diverso e finalmente farò un lavoro che mi piace e che mi
merito: lotto da trent’anni per occuparmi di arte nella mia vita!
Finalmente qualcuno ha creduto in me, no che in Italia nessuno mi
stima, ma nessuno ha la possibilità di inserirmi in qualche giro che
ti permetta di vivere decentemente tu e la tua famiglia.

Il Portogallo è un paese nuovo, i
giovani non hanno ancora la panza come da noi (anch’io dimagrirò sono dimagrito),
si occupano per lavoro di cose che qui da noi si fanno la notte dopo
il lavoro “vero” o lo studio; non ci posso credere che andrò a
lavorare in una residenza per artisti e che non dovrò più tanto
bloccare le mie idee ma potrò realizzarne parecchie.

Ammetto che sono contento di non far
crescere mio figlio nell’ Italia di oggi, ma non vorrei apparire
retorico, visto che stanno tutti a lamentarsi e nessuno fa niente: io
ho scelto di andare via, non è facile, ma sono stufo di questo
paese…

Vabbè, volevo scrivere di un disco
intitolato “a una terra che amo” di Amalia Rodriguez. Un disco
uscito nel 1973 di cui non si sa molto o quasi niente…su youtube
troverete alcuni filmati con l’audio originale sotto, vi consiglio
canto delle lavandaie del Vomero”, “la bella Gigogin” e tutte le altre che vi appariranno nella ricerca.
Se volete usare il “mulo” per scopi illegali, sappiate che alcuni
dei brani si trovano…..buon ascolto

Questa voce è stata pubblicata in arte E rivolta: gli arditi dell'arte. Contrassegna il permalink.