A perfect place di Mike Patton (2008)

Ho appena finito di ascoltare il nuovo
disco di Mike Patton “A perfect place”. É la colonna
sonora di un cortometraggio di un regista emergente dal nome Derrick
Scocchera, il corto è uscito quest’ anno.

Patton non mi convince, più che
altro non mi convince la sua idea di composizione troppo lontana
dall’armonia sia classica che sperimentale; voglio dire che i
riferimenti retro che a lui piacciono tanto (Morricone, Rota,
Piccioni…), vengono stilizzati all’estremo e sporcati con suoni
elettronici quasi a nascondere l’incapacità di riuscire a
realizzare un sound nuovo dal gusto vecchio e quindi con i giusti
arrangiamenti che si possono ottenere solamente se si hanno solide
basi musicali da distruggere.

L’idea mi sa di bluff, come se le poche
capacità tecniche di Patton vengano nascoste da trabocchetti
sonori moderni o da strategie ereditate dalle sue collaborazioni con
grandi artisti della musica radicale, collaborazioni che forse gli
hanno dato alla testa.

I passaggi più belli del disco
sono quelli che ricordano i Mr. Bungle, uno dei gruppi di Patton più
seri ed innovativi; per chi conosce le origini di Patton però
la cosa diventa stancante, infatti ci siamo già sucati almeno
tre album con il ritmo spinto di samba, i sintetizzatori e i
campionamenti e la cosa diventa monotona. I Mr. Bungle però
avevano un sapore diverso, sarà che era un gruppo e che le
idee erano collettive e non solo del leader.

Il brano più antipatico di “A
perfect place” è quello cantato in italiano dal titolo “Il
cupo dolore”. Patton ha già provato a cantare in italiano
con i suoi gruppi precedenti, ma questo brano è una sorta di
sfottò mal riuscito di “bel canto” e di gangster: aleggia
lo spirito del film Il Padrino però confuso e stereotipato da
melismi e interpretazione ossessiva.

Non ho visto il corto, magari le
musiche ci azzeccano ma credo proprio che Patton si sia
sopravvalutato cercando di comporre qualcosa di troppo alto per le
sue capacità tecniche ma anche creative visto che le parti
migliori dei brani ricordano molto il suo passato con i Mr. Bungle. L’ arte va avanti, la ricerca non si ferma: ci si può anche sedere!

 

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Una risposta a A perfect place di Mike Patton (2008)

  1. love scrive:

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