bio-diesel un cazzo!

copio questo articolo interessante da questo sito

L’olio di palma uccide ancora

Una donna uccisa e un uomo ferito nel villaggio di
Kenegerian Pucuk Rantau, dove la polizia ha fatto fuoco sui contadini
che protestavano contro il furto delle loro terre da parte
dell’impresa PT Tri Bakti Sarimas (TBS). Alimentata dal boom del
biodiesel, l’industria dell’olio di palma ha moltiplicato le proprie
piantagioni negli ultimi anni, ai danni delle foreste e delle
comunità locali.


Con un comunicato stampa congiunto, WALHI Riau,
Scale Up, JIKALAHARI, Greenpeace e Forum Komunikasi Pemuka Masyarakat
Riau (FKPMR / Leader comunitari di Riau) hanno denunciato le violenze
nel villaggio di  Kenegerian Pucuk Rantau, dove una donna di 35
anni, madre di quattro figli, è stata colpita a morte e un altro
agricoltore è stato gravemente ferito e di decine di residenti
interrogato dalla polizia di Kuantan Singingi.

Il 6 giugno, 
centinaia di piccoli proprietari di piantagioni di olio di palma
protestavano contro la violazione dei loro diritti da parte
dell’impresa TBS, da essi accusata di non mantenere le promesse
assunte con i piccoli proprietari dell’area. Nel corso della protesta
si sono verificati incidenti, durante i quali gli agenti della
Brigata Mobile di Riau hanno sparato colpendo a morte la donna e
ferendo gravemente un altro contadino.


"Questi incidenti sono l’immancabile tributo
di sangue, versato ogni qual volta le comunità rivendicano il
rispetto dei propri diritti, violati dalle grandi imprese dell’olio
di palma o dalle piantagioni che riforniscono le cartiere – ha detto
Hariansyah Usman, direttore del Forum dell’Ambiente indonesiano
(WALHI Riau) – Il conflitto di Kenegerian Pucuk Rantau deve portare
ad una accurata investigazione sulle responsabilità di tutte le
parti coinvolte, e in particolare della polizia, che ha ordinato il
fuoco".
Hariansyah ha aggiunto che simili reazioni erano
state registrate lo scorso 5 maggio, quando i piccoli proprietari
avevano organizzato un raduno e polizia ha aperto il fuoco, uccidendo
una donna.

Zazali Ahmad, direttore Scale up ha aggiunto che oramai
a Riau ogni controversia fondiaria viene risolta uccidendo i piccoli
agricoltori, come verificatosi nelle comunità di Tangun, Bangun
Purba, Rokan dove i contadini tentavano di riprendere le terre
annesse dalla PT Sumatera Sylva Lestari (consociata della APRIL) nel
maggio 2009 che è costata la vita a tre contadini.


Zulfahmi, di Greenpeace, ha esortato il governo a
indagare e portare i colpevoli alla giustizia. "Chiediamo anche
al governo indonesiano di applicare la moratoria sul taglio delle
foreste annunciata dal Presidente Yudhoyono, a partire dalle aree di
distruzione delle foreste, non solo per proteggere il clima, ma anche
per assicurare una vita dignitosa alle comunità locali".

 

 

 

 

 

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questo rapper potrebbe rovinarti la giornata

attenzione, attenzione, attenzione!

Razzio, Piccola Città

il testo di questo rapper di santa
croce camerina (ragusa), rappresenta di sicuro uno spaccato dei
giovani d’oggi. con certezza possiamo affermare come i sentimenti di
questo giovane, che parla di periferie di grandi città,
viste solo in TV, è un sentito comune.Se nella civiltà pre-catodica, si
riusciva a sognare ed immaginare quasi liberamente, oggi le nostre
speranze vengono dettate dall’alto e ormai da tempo.Questo ragazzo rap rappresenta proprio
lo stereotipo della provincia ignorante “ ho la TV sono nel mondo”,
uso la chat ma non faccio altro con internet.

Il testo del brano è utilissimo per lo
studio della nostra società, c’è di tutto: – io vivo in un paese
dove tutto è piccolo, anche i supermercati sono piccoli, allora
meglio una periferia – c’è lo spaccio, io non mi faccio – sembra
tunisi, io non sono razzista ma sono loro il problema – la vera
famiglia che somiglia –

infine, riusciamo a capire il perché
di tanta rabbia: il rapper è incazzato perché la sua ragazza lo ha
tradito, inoltre lui non fa musica mono ma stereo….se lo dice lui!

dio, patria, famiglia e società ma in
stereo mi raccomando….

http://www.youtube.com/watch?v=VSIL3YibPwk

 

 

 

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“l’inutilità” delle lezioni di canto

…io preferisco non
studiare tecnica vocale, perché la mia voce non deve cambiare. Anche
se la perderò presto almeno rimango con la mia bella voce…

questa
frase, di una persona che conosco, è l’essenza del luogo comune
sullo studio della tecnica in generale. Questa persona d’inverno ha
la media di tre spettacoli a settimana, canta almeno per un’ora a
concerto in uno spettacolo di minimo tre ore. Questa persona ad
agosto avrà circa ventotto date, arriverà a fine mese completamente
afona e credo che subirà anche dei danni irreversibili (se pur
minimi) alla sua “bellissima” voce.

Questa
persona ha un’estensione vocale minima, canta bene su un registro,
quello che le viene più naturale; la sua è una voce di mezzo
soprano ma non riesce a cantare note medio-gravi, causa mancanza di
allenamento e tecnica.

Ho
iniziato con un esempio reale, proprio per far meglio capire quanto
male può fare l’ignoranza a se stessi. Una cantante convinta che
studiare tecnica vocale le cambierebbe la voce, disposta invece a
perdere la bellezza naturale della sua voce in pochi anni.

Attenzione,
qui non parliamo di persone che cantano sotto la doccia, di suonatori
della domenica, di convinti “anti-tecnica”; ma di chi fa 150 date
l’anno in un gruppo di musica pop.

Diciamo
subito che cacciare soldi per anni, pagare un insegnante di canto per
anni, senza ottenere risultati è inutile. Se una persona si impegna
un minimo nello studio della tecnica, se il professore non è un
“fotti soldi”, già dopo tre mesi i risultati sul modo di
respirare si vedono e come. La respirazione corretta è la cosa più
importante, la prima conquista, dopo arriva la conoscenza del proprio
corpo come strumento sonoro.

Conoscere
il proprio corpo come strumento sonoro è difficile, ammettiamolo,
serve esperienza da musicista, intelligenza, curiosità, passione;
sarebbe ideale che tutti i cantanti, anche quelli più pop, avessero
questa conoscenza, ma se ne può fare anche a meno. L’importante è
domare la respirazione, allenare i muscoli coinvolti, emettere solo
il necessario, tenere a bada gola e spalle.

Inoltre
chi è già musicista ed inizia a cantare di sicuro ha una marcia in
più.

Ho
dato per scontato una corretta intonazione, cosa che si può
“allenare” anche da soli.

Come
capire se un insegnante di canto è un ladro o no?

Dal
tempo che vi fa perdere. Il prof. deve essere in grado di farvi
scoprire tramite esempi e sensazioni, come il vostro corpo lavora;
deve puntare solamente sul farvi respirare bene. Ma attenzione, molte
volte il problema non è l’insegnante ma l’allievo. Spesso gli
allievi di canto non riescono ad apprendere, inoltre non avendo uno
strumento esterno come una chitarra, diventa difficile capire se la
colpa è del professore ladro o dell’allievo.

In
conclusione, studiare tecnica vocale è importante per chi canta a
livello professionale; studiare tecnica vocale è importante per chi
vuole occuparsi di ricerca vocale, avendo gli strumenti per
oltrepassare la tecnica canonica per inventarne una propria o, più
semplicemente, andare oltre…

 

la foto dello stupendo rack della Joemeek

 

 

 

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cibo e situazionismo a milano

vi riporto paro paro dal blog di Dissapore  quest’opera definita dall’artista post-situazionista. io non sono molto convinto del risultato, non mi piace la figura dell’artista "distante" dalla realtà che utlizza. 

Barboni. Di solito
chiedono, implorano, mendicano, ma cosa succede quando la situazione
si capovolge, quando a offrire buoni piatti caldi agli infreddoliti
passanti milanesi sono proprio loro. Scopritelo guardando il video di
Franca Formenti, l’artista che ha coinvolto Dissapore in questo
insolito esperimento.

 

continua qui

 

 

 

 

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Mio figlio da mcdonald’s

prima o poi doveva accadere, non
pensavo così presto, il pupo ha soli 3 anni. Tutti i suoi amici,
almeno lui dice così, ci mangiano sempre; il pupo conosceva già i
gadget che la multinazionale del cibo-cacca spaccia.

Abbiamo sempre trovato una scusa per
non portarlo, dicendo che è piccolo o che deve fidarsi che il cibo
lì è il peggiore che si possa trovare in città, il peggiore che ci
sia. Ma lui continua a fantasticare, addirittura lo ha sognato, ha
sognato che il cibo era buonissimo…ecco, questo è troppo: il pupo è
molto sveglio, adesso glielo porto così si rende conto da se!

 

 

Non riesco ad immaginare come abbiano
potuto così tanto fargli il lavaggio del cervello i suoi compagnetti
d’asilo; questi bambini andranno tutte le domeniche pomeriggio da Mac
a mangiare l’happy meal. Ma poi ho visto le facce dei loro genitori,
soprattutto i macchinoni…

Parcheggiamo la macchina, durante il
tragitto spiego al pupo che gradirò dei suoi commenti dopo la
mac-merenda. Arriviamo e io non so manco come funziona, cioè da
piccolo ci sono anche stato, ma non ricordo. Vedo il menu in alto e
consiglio l’happy meal al pupo (quello per bambini, con inclusa la
sorpresa), hamburger con formaggio, patatine fritte e succo di
frutta.

Aspettiamo. Già la sola visione del
sacchettino di carta dell’happy meal, fa godere di brutto mio figlio;
vuole toccare il sacchettino vuoto.

Arriva il cibo, riempiono il
sacchettino e ci andiamo a sedere.

Spacchetto, esco fuori prima le
patatine, poi il panino e infine la sorpresa. Dico subito al pupo che
il panino meglio mangiarlo ancora caldo, altrimenti diventa cattivo.
La sorpresa è per la fine.

Spacchetto il panino, mio figlio
spontaneamente ne critica l’aspetto, io sadicamente lo apro, gli
mostro l’interno, il bambino quasi già non vorrebbe più
assaggiarlo.

Primo morso: silenzio. Secondo morso
suggerito da me: silenzio. A questo punto domando se non gli va più,
mangerò io quella schifezza, per fortuna è molto piccolo.

Mio figlio mangerà le patatine e berrà
il succo.

Finito il tutto, montiamo la sorpresa
ed inizio a fare domande. Chiedo, in generale, se gli è piaciuto. Il
furbo mi risponde che le patatine e il succo erano buoni e io gli
faccio notare che il succo lo vendono uguale anche al supermercato e
che quelle patatine lì, purtroppo, ormai le trovi in tutti i
ristoranti. Chiedo del panino, lui non risponde ma già l’aspetto e
poi il sapore dolciastro lo hanno deluso.

Non so, l’immaginazione è molto più
forte del fatto che macdonald’s fa schifo. Di certo mio figlio non
riuscirà a convincere tutti i suoi compagnetti che non è buono,
spero però che farglielo provare sia stato utile per lui e che la
smetterà di fantasticare sul Mac come qualcosa di proibito.

 

 

 

 

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