Islamic Punk: the Taqwacore

Pare che tutto nasca da un libro, inizialmente autoprodotto, di Michael Muhammad Knight. Dopo aver contattato Jello Biafra (Dead Kennedys), il libro uscirà per l’etichetta alternativa “Alternative tentacles”.

Adesso, The Taqwacore, è diventato un film.

Abbiamo uno studente mussulmano dal nome Yusef che si trasferisce in una comune hardcore-punk mussulmana a New York. In questa comune Jahangir, che ha una cresta rossa, annuncia con la chitarra elettrica le preghiere del mattino. Un altro membro è gay, si trucca ed indossa una gonna. Fumano canne e bevono birra.

Con loro c’è anche una femminista radicale che indossa il burqa completo di toppe dei Dead Kennedys che scrive con un pennarello frasi del Corano: -questo ayah dice che gli uomini posso picchiare le proprie donne, è un versetto inutile!-

The Taqwacores ha ispirato delle vere punk bands islamiche, gruppi come The Kominas a Boston, la band femminile Secret Trial Five a Toronto, Al Thawra a Chicago e parecchi gruppi in Pakistan e Indonesia. Hanno preso libro di Knight come un manifesto per un nuovo tipo di cultura giovanile islamica che rispetti le donne e le persone gay e non ha paura di sfidare l’Islam, ove necessario.

Qui di seguito il trailer di Taqwacore: The Birth of Punk Islam

DOWNLOAD FILM in inglese con sottotitoli in spagnolo:

http://netload.in/dateiG5Xp9HKG5g/TT-diabolico2011.part1.rar.htm
http://netload.in/dateizYFpWYk3uj/TT-diabolico2011.part2.rar.htm

fonti:

http://www.guardian.co.uk/music/2011/aug/04/islamic-punk-muslim-taqwacores

http://www.taqwacore.com/

 

 

 

 

 

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Tarso Genro (ministro della giustizia brasiliano) e il caso Battisti: “l’Italia ci ha trattato come una colonia”

Tarso Genro (ministro della giustizia brasiliano) e il caso Battisti: “l’Italia ci ha trattato come una colonia”

Un articolo di un giornale brasiliano che tratta con tranquillità, senza accanimento italiota, il caso Battisti.


Ne traduco una parte:

Il governatore dello stato dice che l’atto del governo italiano è stato arrogante

Esquina Democrática, intervista Tarso Genro.

(…)

ED. come si relaziona la decisione del tribunale federale supremo (STF) con la sua decisione di aver concesso asilo politico all’ex attivista (nel testo originale non terrorista ma attivista) italiano?

TG. la richiesta di estradizione di Battisti da parte del governo italiano, è stato un atto arrogante in una situazione di prescrizione riconosciuta internazionalmente. L’atteggiamento italiano non è stato uguale nei confronti della Francia, dove Battisti ha vissuto per dieci anni grazie all’asilo politico. La richiesta di estradizione da parte del governo Italiano, finisce nelle mani del ministro della giustizia brasiliano che decide di concedere asilo politico per il fatto che Battisti viene considerato un criminale politico. I crimini da lui commessi sono crimini politici e questo permette il concedere l’asilo politico. In quel momento l’STF doveva interrompere il processo di estradizione e liberare Battisti come era già successo con altri italiani nella stessa situazione in Brasile.

ED. …in quel momento lei, come ministro della giustizia, concesse l’asilo politico?

TG. Esatto. La legge è chiara. Dice che la concessione di asilo da parte del ministro della giustizia, equivale ad una decisione sovrana del presidente della repubblica. Il ministro agisce come delegato del presidente. Ma l’ STF in quel momento pensò che non doveva essere liberato, valutando la richiesta di estradizione e che Battisti doveva essere estradato perché i suoi delitti non sono stati di natura politica, contraddicendosi con decisioni anteriori prese nei confronti di altre persone nella stessa situazione.

ED. lei ha già letto il processo più di una volta. Rimane convinto che i crimini di Battisti sono stati realmente crimini politici?

TG. non lo dico io. Nel processo è emersa una dichiarazione dell’ex ministro della giustizia italiano del periodo, Francesco Cossiga, che dice esattamente questo. Dice appunto che Battisti era un criminale politico che voleva instaurare in Italia una dittatura di sinistra. Accuse molto simili a quelle fatte in Brasile durante il periodo della dittatura militare. Io non entro in merito o a ragione alle accuse che lo stato italiano ha fatto (…)

ED. questa decisione di non estradare Battisti, potrà avere ripercussioni nei confronti dei rapporti con la Comunità Europea e con l’Italia in particolare?

TG. Non credo proprio (…) in Spagna sono stati accolti rifugiati politici di altre nazioni che avevano utilizzato armi (…) in Brasile si è concesso asilo politico a terroristi di estrema destra come al generale George Bidault che tentò di uccidere De Gaulle (ex presidente Francese). (…) il Brasile ha concesso asilo a Stroessner (ex presindete del Paraguai) come criminale politico e riconosciuto internazionalmente come un terribile dittatore. Quando il Brasile concede asilo, non entra nel merito di quelllo che il richiedente ha fatto. Sta solamente sostenendo le norme internazionali in materia di protezione e asilo.
(…)

 

 

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forzami l’ano: i manifesti

i manifesti che il popolo della libertà affiggerà a milano. riveduti con uno slogan di dominio comune, visto che non si riesce a risalire alla paternità.

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voci e frequenze che stuzzicano, secondo il corriere.it

uno di quegli articoli gossippari con base scientifica del corriere della sera, un articolo che riguarda chi canta.

 

 

Scrivono così:

La voce bassa e calda di Patty Pravo ha più effetto sulle donne che sugli uomini, che non possono invece resistere a quella di Duffy, la cantante inglese diventata famosa con la canzone «Well, well, well» scelta come sigla dell’ultima campagna pubblicitaria della TIM. Il timbro della voce è un importante segnale biologico che trasporta informazioni relative all’età, alle dimensioni corporee, al grado di dominanza e soprattutto sessuali.

(…)

Uno studio degli antropologi dell’Università polacca di Wroclaw ha dimostrato che più alta è l’intonazione vocale di una donna più attrae il maschio. Facendo salire il tono della voce si osserva una corrispondenza lineare con l’attrazione sessuale, ma se eccede e supera i 280 Hertz la perde del tutto perché all’orecchio dell’uomo assume un suono infantile correlato a immaturità sessuale. Voci basse come quelle di Patty Pravo agiscono di più sulle note della dominanza che su quelle della sessualità, un effetto a cui sono più sensibili le donne dei maschi. Nello studio polacco è stata registrata la voce di 58 ragazze e ne sono state scelte 4 così suddivise: voce bassa (184.6 Hertz), voce media (223.7 Hertz), voce alta (261.9 Hertz), voce molto alta (310.3 Hertz).

 

Così ho pensato di sacrificarmi e fare io stesso il test per verificare se il mio timbro di voce “faccia effetto”. Ho registrato un pattern con la mia voce, poi l’ho abbassato e alzato, riporto anche le immagini dell’analizzatore di spettro, in questo modo possiamo vedere quali siano le frequenze predominanti.

Alla voce registrata è stato aggiunto un compressore e un riverbero. Con l’equalizzatore ho abbassato di 5 db intorno ai 1600 Hz e boostato gli acuti.

Le tracce “alta” e “bassa”, sono state realizzate con due plugins autotune diversi.

 

La voce al naturale: voce originale

notiamo i 125 Hz

 

La voce abbassata: voce bassa

notiamo i 62 Hz (si consiglia l’ascolto con buone cuffie o un subwoofer)

 

La voce alzata: voce alta

notiamo i 600 Hz

allora, quale voce fa più effetto? Quali frequenze vi stuzzicano?

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masturbarsi il 25 aprile al Pigneto (Roma)

copertina del primo disco degli AREA
copertina del primo disco degli AREA “Arbeit Macht Frei” del 1973

L’arte sconfigge e deride i potenti e non gli oppressi

Ieri, 25 aprile 2011, leggendo la notizia del tipo che di notte al Pigneto di Roma è riuscito ad installare una scritta simile a quella di Auschwitz, ho subito pensato a qualche artistello e non a dei fasci.

I fasci fanno cose più dirette, tipo attacchinare manifesti con scritte le loro stronzate da fasci, picchiare qualcun@, andare in giro a gruppi numerosi e dare fastidio e coltellate.

Questo gesto per dei fasci era troppo impegnativo, non per l’idea, ma per i costi, la realizzazione, i tempi dell’installazione.

 

Oggi ho la conferma, chi ha realizzato questo progetto è uno definito artista, si giustifica dicendo che voleva denunciare la situazione di precarietà del quartiere Pigneto e il disagio dei moltissimi migranti residenti nel quartiere.

Sarà che ho dei ricordi legati al Pigneto molto forti, sarà che ci ho vissuto quando era ancora un quartiere popolare nella seconda metà degli anni ’90, quando c’era ancora la taverna del vino, la pizza al taglio della signora Margherita, i portieri in alcuni atri, il cinema porno nel vicolo…però penso che una installazione del genere sia veramente una cosa stupida e offensiva a prescindere.

 

Le opere d’arte non sono fatte per essere giudicate, ok, non parliamo manco di opere d’arte, parliamo di comunicazione, anche estrema, prendiamo l’esempio positivo di Banksy.

Adesso mettiamo le mani avanti per non essere tacciati di moralismo; per esempio, un’opera, una installazione che prende di mira la religione cattolica, verrà magari definita blasfema dal potere (chiesa, stato), scandalizzerà i bigotti, ma…

la religione, nel caso specifico della cattolica, da duemila anni si occupa di noi e delle “nostre anime”. Da duemila anni interferisce nelle nostre vite senza il nostro consenso, insomma, è senza dubbio qualcosa che vale la pena combattere con tutti i mezzi, proprio perché limita la nostra libertà. Se poi della gente comune si offende, abbiamo tutto il diritto di fregarcene altamente, perché giustificare l’ignoranza non avrebbe assolutamente senso.

Il nazismo, per certi aspetti, ha molte cose in comune con la religione cattolica. Ricordiamoci che fino 150 anni fa, in Spagna i preti bruciavano le “streghe” e che, in nome di dio, hanno evangelizzato con le guerre mezzo mondo…tanto per fare due esempi e per non parlare del presente.

 

La frase “il lavoro rende liberi” è sinonimo di oppressione nazista, è il simbolo di Auschwitz. Attenzione, non rappresenta il nazismo, ma l’oppressione nazista, la libertà negata. Non è la rappresentazione del gerarca nazista con la faccia di Topolino, ma la frase scolpita nei ricordi di chi è sopravvissuto al nazi-fascismo, di chi era impotente davanti a quel cancello imponente, di chi non aveva più la dignità di essere umano.

 

Da un punto di vista comunicativo, artistico (chiamiamolo come vogliamo), l’installazione del 25 aprile 2011 al Pigneto non comunica. Quello che si percepisce è che una cosa del genere può essere stata fatta solamente da uno stupido, uno che proprio non ci arriva, uno che non ha manco manie arriviste e lo fa per finire sui giornali, si intuisce proprio l’ingenuità dello stupido. Se avesse avuto manie arriviste, avrebbe proposto a mediaset di filmare il grande fratello in un carcere (cosa già fatta), gli stronzi che fanno soldi con i più deboli sono tantissimi.

 

Non voglio nemmeno fare il classico esempio degli artisti non impegnati, quante persone che non si sono occupate direttamente di politica, conoscono la storia, dalla più recente a quella attuale. La comunicazione non può fare a meno di ignorare il passato e non può fare l’Andy Warhol con tutto, non tutto è una scatola di fagioli (più simile ad un’icona cattolica).

Ecco, chi si occupa di comunicazione di solito ha una certa sensibilità nel vivere quello che gli sta attorno e magari riesce a rappresentarlo; questo tizio invece rappresenta l’insensibilità, ci ha fatto capire con la sua opera quanto un essere umano può essere stupido, riuscendo a compiere gesti più grandi di lui ma con assoluta spensieratezza, una cosa molto simile a quei ragazzini che vanno in giro con la bomboletta spray per scrivere sui muri il loro nome. Non lo fai per esibizionismo (visto che in una città di milioni di abitanti nessuno riconosce la tua brutta firma), non comunichi niente (rabbia se hai coperto un bel graffito con la tua firma di merda), però magari quando passi vicino a quel muro ti senti importante.

Come si chiama questa cosa: masturbazione?

Il tizio che il 25 aprile 2011, salda dei tubi con la scritta “il lavoro rende liberi” al Pigneto è un segaiolo, niente di più.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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