Lezione di canto.2

vocalizzi e scale. Le scale salgono,
scendono e alle volte si fermano. Spesso non sono nere come il corvo,
ma incrociano dei tastini neri del pianoforte: i famosi “#,b”.

Purtroppo i vocalizzi te li fanno
sempre cominciare su scale maggiori e triadi maggiori, ignorando la
bellezza dei cromatismi e degli intervalli più assurdi. Inoltre già
12 cazzo di note sono troppo poche e ti abituano a cantarne 7
(allora meglio le pentatoniche con 5 che hanno una certa tradizione).

C’è gente con più orecchio, gente con
meno orecchio, gente con l’orecchio allenato, gente con l’orecchio
pigro e pochissima gente con l’orecchio assoluto. C’è gente che
canta a livello professionale, sul palco ti canta le canzoncine senza
problemi, ma appena chiedi di riprodurre il suono di una nota del
pianoforte, ti canta 3 toni e mezzo sotto la nota suonata.

L’intonazione naturale, i canti in
campagna o in viaggio, senza stereo e strumenti invadenti come
l’organetto che, parliamoci chiaro, fa un bordello della madonna.
Voci, voci, voci, tutti quanti a cantare, incroci di cori con
distanze di terze aumentate, ahhhh che bellezza di varietà. Poi uno
per fare il figo deve pensare al Ligeti di odissea nello spazio:
bastano 5 persone ubriache che cantano senza accompagnamento musicale
e nozioni di intonazione “LA440”, sai che spettacolo! (con tutto
il rispetto per Ligeti, anzi credo che sarebbe d’accordo con me).

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