Questo blog funzionerà!

 

Suonando spesso in giro, mi sono accorto di come sia sempre più difficile parlare di arte come rivoluzione. Una volta, dopo un concerto in un centro sociale, una compagna che stimo molto, mi disse che secondo lei il motivo per cui gli unici a non cercare una certa visibilità sono quelli dei gruppi punk perchè sono veramente incazzati: non chiedono niente in cambio, hanno rabbia da offrire, messaggi forti da esprimere e non intendono usare i posti occupati come trampolino di lancio. Effettivamente quanti musicisti "non punk" avete mai sentito suonare per… che ne so…raccogliere soldi per spese processuali o compagni in carcere? Pochissimi.

DIZIONARIO definizione:

àr|te s.f. FO

1 attività umana basata sull’abilità individuale, sullo studio, sull’esperienza e su un complesso specifico di regole | insieme delle regole e delle conoscenze tecniche necessarie per compiere una determinata attività: l’a. del ricamo, della navigazione

2 mestiere, professione: l’a. del fabbro, del calzolaio; imparare, esercitare un’a.

3a attività umana tesa a creare, per mezzo di forme, colori, parole, suoni, ecc., prodotti culturali a cui si riconosce un valore estetico: l’a. della pittura, della poesia, della musica | ass., scuola d’a.

3b insieme delle opere artistiche realizzate in determinati periodi storici, in un dato paese e sim.: l’a. medievale, rinascimentale, barocca; l’a. orientale, museo d’a. moderna | stile di un artista, di una scuola e sim.: l’a. di Raffaello, di Picasso

4 l’attività e le tecniche di chi interpreta opere teatrali, cinematografiche e sim.: a. drammatica, lirica

5a estens., abilità, capacità: l’a. di piacere, di adulare, di fingere

5b estens., astuzia, inganno, raggiro: ha messo in pratica le sue arti

6 TS stor., nel Medioevo e fino alla Rivoluzione francese: corporazione, associazione di lavoratori per la tutela dei propri interessi economici e politici | estens., la sede in cui si riuniva ciascuna di tali associazioni

7 OB pratica dell’alchimia; magia, sortilegio


Questo blog funzionerà!

Suonando spesso in giro, mi sono accorto di come sia sempre più difficile parlare di arte come rivoluzione. Una volta, dopo un concerto in un centro sociale, una compagna che stimo molto, mi disse che secondo lei il motivo per cui gli unici a non cercare una certa visibilità sono quelli dei gruppi punk perchè sono veramente incazzati: non chiedono niente in cambio, hanno rabbia da offrire, messaggi forti da esprimere e non intendono usare i posti occupati come trampolino di lancio. Effettivamente quanti musicisti "non punk" avete mai sentito suonare per… che ne so…raccogliere soldi per spese processuali o compagni in carcere? Pochissimi.

Lo stesso discorso vale per le distribuzioni o per il DIY (io direi fai da te!), quasi tutti i compagni interessati e militanti vengono dal punk; viceversa, c'è un nuovo settore che, come il punk, mi fa tanto godere che è quello dell'elettro-acustica, dei musicisti "smanettoni" che riescono a fare tutto con un computer (anche il caffè). Questo nuovo movimento, nasce dall'eterna esigenza che è il confronto, l'esprimersi liberamente senza seguire una strada già scavata, usare le tecnologie, che i potenti ci vendono, per usi diversi e collaterali. Questi musicisti, spesso anche virtuosi, sono gli unici che oggi portano veramente innovazione (almeno nel campo musicale. Viceversa, a livello stilistico, il punk si è fossilizzato in “genere”, perché è più importante il messaggio che l’innovazione o la ricerca).

Io condanno chi spaccia la sperimentazione di venti o trent'anni fa (free jazz e co. che diventano mainstream) come "roba nuova"…ouuuu! Ricordiamo che A. Braxton era lì lì col black panter piuttosto che il famoso J. Zorn già venti anni fa suonava quello che oggi tutti emulano (senza scordarci del grande e mai venduto maestro che è E. Chadbourne). Il punk ha subito gli stessi problemi: oggi si tende a creare generi e sottogeneri che terminano con il suffisso “core”, è uno stile di maniera che non intende rinnovarsi ma che non ha più la potenza di sfasciare tutto. Nel campo musicale “sfasciare tutto” significa portare nuove sonorità, non belle e non brutte, ma così insolite e utilmente rivoluzionarie che chiunque le ascolti rimane colpito: nel bene o nel male. Il mio messaggio vorrebbe essere questo: quello del rischio, delle nuove idee non represse, l’esprimersi liberamente con o senza tecnica, distruggendola o ignorandola. La fossilizzazione del punk la trovo contraddittoria: mi sembra assurdo voler rompere gli schemi ancora oggi solo con l’impronta di una scintilla primordiale, di una luce ormai fioca o viva nei ricordi di gruppi storici e seriamente politicizzati degli anni ottanta. Che senso ha oggi suonare come venti anni fa? Cosa c’è di rivoluzionario nell’emulare uno stile ormai codificato? Potrei anche sbagliarmi e infatti vorrei parlarne.

Per questo e per altro.

Per questo mi è venuto in testa di creare un blog che parli di arte e rivoluzione, non vorrei che uscisse fuori il classico blog dove uno (e solo uno si racconta: il diario). Mi piacerebbe dar vita ad un diario collettivo, di gente che anche nell'anonimato riesce a far discorsi seri. Mi piacerebbe si approfondissero tematiche come il copyleft, l'arte/rivoluzione, l'autoproduzione, la distribuzione, etc. ma vorrei che questo spazio fosse diverso; cioè lo immagino più “teorico”. Sarebbe ottimo cercare di approfondire tematiche più profonde, discutere anche di argomenti tecnici (vedi quello che ho postato sulle diplofonie e triplofonie di D. Stratos), visto che esistono già ottime fanzine, siti internet e gruppi di discussione su come autoprodursi, cercare concerti e credo lo stesso valga per altre discipline artistiche. Quindi un blog specificatamente tecnico? In un certo senso potrebbe essere un’idea: trattare argomenti e metodi da attuare per rompere; lasciar perdere (in questo caso) i discorsi legati alla quotidiana pratica e iniziare a ripensare il futuro e quello che l’arte potrebbe significare oggi: creare o distruggere?

Oggi.

Nel mio campo che è la musica (del resto anche per il video è uguale) da circa dieci anni è cambiato tutto, si può tranquillamente registrare a casa un CD e farlo ascoltare a migliaia di persone in tutto il mondo. D’altro canto, chi in tutto il mondo, effettua delle ricerche su internet, può anche trovare le musiche più sconosciute magari del villaggio più remoto del Kazakistan (se quando ero piccolo avessi avuto internet, avrei già visto tutti i film del mondo e ascoltato chissà quanta musica; nel profondo sud chi portava una cassetta di musica nuova veniva adulato per giorni). Uno scambio vero e proprio però non è ancora avvenuto; il P2P è solo la condivisione di file in computer diversi, non c’è uno scambio mirato che magari viene da interessi e discussioni comuni. Solitamente si ricerca musica o film dopo aver letto una recensione, non si è creato ancora un percorso che porti direttamente a questo: al fatto che io voglia condividere un determinato brano con altri (ci sono piccole “stanze” in soulseek ad esempio dove si discute e si scambia, ma è troppo poco e il contatto troppo indiretto).

Diritto d’autore.

Io e molti altri compagni, siamo molto ingenui: pensiamo che sia scontato non credere in forme di tutela e/o copyright, diamo per scontato che per alcuni artisti, soprattutto delle nuove generazioni, questo sia normale. Invece è proprio il contrario, compagni e artisti credono in massa all’importanza della tutela delle proprie opere, del fatto che “perché non dovrei guadagnare quei quattro soldi della siae” (spesso unica entrata per alcuni musicisti); questo discorso potrebbe perdersi nei millenni: non esisterebbe la ruota, le favole, la cucina. Ogni innovazione o scoperta, se per essere migliorata, doveva tener conto delle precedenti ricerche effettuate o degli eventuali diritti dell’ingegno del primo scopritore, non andava avanti nella naturale evoluzione. Lo so, capisco che ho intrapreso un discorso banale ma per molti non è così scontato: facciamo l’esempio della cucina.

…continua…

 

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Una risposta a Questo blog funzionerà!

  1. pippinu scrive:

    La rivoluzione nell’epoca moderna e’soltanto una pratica esistenziale,l’unico urlo possibile di un ragionamento che critica le strutture portanti del nostro pensiero senza necessariamente creare reali conseguenze sul piano rivoluzionario,quindi a fare la differenza non e’ tanto l’oggetto dell’indagine artistica ma il mezzo di produzione che si ha a disposizione….

    Questo lo sa’ il produttore artistico stesso ed utilizza questo mezzo ai propri fini,riproduce nel futuro lo stesso sistema ed e’una pratica piuttosto istituzionalizzata,quindi e’difficile che escano fuori nuove posizioni sull’argomento eche si rinnovi questo processo logico-naturale..In questo sistema di pensiero e’naturale per

    molti credere che la siae sia l’unico sistema di autoproduzione….e quindi l’unico male inaccessibile per unica disinformazione.In sostanza l’arte musicale forse perche’piu’diffusa di altre su un tessuto culturale piu7’popolare e’spesso da tutti i punti di vista un percorso autoreferenziale pensato economicamente anchwe dal piu’incazzato dei punkers,ravers.

    Da un punto di vista piu’storico l’arte e la rivoluzione sono legate soltanto in brevi periodi temporali in cui e’esistito un processo di reale rivoluzione delle istituzioni culturali, quindi ha avuto soltato esistenze brevi o legate alla storia del movimento sindacale-operaio,e quindi appartiene soltanto al passato, non so’se nel concerto punk od elettro-acustico ci sia qualcosa di questo ,un qualche residuo di quella cultura.La discussione e’sicuramente aperta ma pone l’incertezza di comprendere il reale significato di questo nesso,dato che e’assolutamente necessario comprendere che la reale analisi va’fatta sui i dati manifesti che sono spesso nascosti ed all’insaputa della maggior parte delle generazioni a causa della loro scarsa conoscenza di cio’che loro considerano border line ma che e’soltanto un processo culturale fuori da un certo tipo di omologazione.Non e’molto sicura la strada da percorrere per parlare di rivoluzione ed arte dato che e’fuori luogo ,privo di connotazioni temporali, di relazioni possibili con la cultura contemporanea e mi dispiace dirlo ….. ….

    Caro Antonio il nesso che esiste nella tua domanda e puramente storico e non attuale, io non credo che la gente comune si faccia queste domande e non e’facile distogliere lo sguardo da una mentalita’puramente sociologica che guida questo tipo di propaganda, per me e’ancora una domanda aperta spero che nella pratica si diffonda piu’musica vera che delay e consimili che creano reverberi da piazza in una stanza da letto od una sala prove,non mi meravigli affatto che la siae sia ancora la grande madre.

    con amore e rivoluzione ….peppinu

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