colonna sonora No Muos Film

qui http://nomuosfilm.bandcamp.com/album/no-muos-film-soundtrack

dei piccoli assaggi della colonna sonora che accompagnerà le immagini del No Muos Film
www.nomuosfilm.it

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www.produzionidalbasso.com/pdb_2049.html

La maggior parte dei brani, utilizza dei campioni di VLF (Very Low Frequency), radiofrequenze molto basse. Queste frequenze sono state utilizzate durante le guerre per scopi militari, per esempio per inviare messaggi cifrati.
Le VLF sono presenti anche in natura: aurore boreali, terremoti, temporali, producono dei segnali radio di origine naturale. Prima dell’invenzione della radio, nessuno sapeva di questi segnali.

Il Muos emette altissime frequenze, la natura risponde utilizzando lo stesso linguaggio!

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gli esercizi di R.Murray Schafer nelle scuole

da qui

Il piccolo ma intenso manuale di R. Murray Schafer dal titolo ‘educazione al suono’ (ed. Ricordi), è composto da 100 esercizi per ascoltare e produrre il suono. Sto utilizzando tantissimo questi esercizi, devo dire che sono utilissimi e che sarebbe interessante proporli nelle scuole di vari livelli, dalla primaria all’università.

L’unico mio dubbio è l’eventuale preparazione dell’insegnante che magari non ha mai avuto l’occasione di studiare ed appassionarsi di paesaggio sonoro, field recordings, ecologia sonora, arte sonora o di movimenti ormai non recenti come le avanguardie artistiche del ‘900.

intonarumori

Bisognerebbe pertanto cominciare a coinvolgere gli insegnati di arte e musica nello scoprire questo universo. Niente di nuovo, il mondo sonoro è cambiato radicalmente con l’avvento dell’industria e della macchine, parliamo di più di 100 anni fa; un compositore come Luigi Russolo componeva rumori già nel 1913. I Beatles che gli odierni sessantenni hanno giustamente amato in massa, nel 1968 pubblicarono il ‘white album’, componendo rumori anch’essi.

Sembra tutto così ovvio, ma invece il secolo passato è come una pagina strappata nel libro della storia della musica.

L’esercizio n.53

Un gioco con la voce per quattro gruppi. Il primo gruppo è costituito da lupi, il secondo da cavalli; il terzo da mucche; il quarto da galli. Mescolatevi. Bendato o a occhi chiusi, ogni componente di un gruppo deve localizzare gli altri membri del proprio gruppo eseguendo il verso che gli compete e ascoltando il verso corrispondente. Tenetevi per mano quando trovate un compagno e continuate a cercare gli altri. (…)

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Walter Marchetti e un download

testo e foto presi da qui 

Walter Marchetti
Da giovane non ebbi l’accortezza di chiudere a tempo le mie orecchie.
(w.m.)

Walter Marchetti, nato nel 1931 a Canosa di Puglia, è professore di Eventologia nella Facoltà di Arti avanzate dell’Università di Hoggar, terra desolata. Dopo aver compiuto, nei lontani anni ’50, ricerche sul movimento degli “Artisti sintetici della libertà” (i quali non potevano accettare l’inesorabilità dell’Entropia quale destino finale di tutte le cose), pubblica a Madrid nel 1968 Arpocrate seduto sul loto, un vero e proprio trattato di Eventologia. Egli si racconta così: “Fin dai primi anni della mia vita sono stato condannato a lavorare e mi son visto, di volta in volta, vendemmiatore, muratore, sellaio, vinaio, tranciatore, tornitore, saldatore di carter per moto e biciclette, operaio specializzato in una vetreria industriale, aggiustatore, impiegato alle poste e telegrafi, venditore di musica e dischi, consulente musicale, tecnico del suono, traduttore, responsabile di una galleria d’arte, compositore in una tipografia, imprenditore, ecc. In musica, tengo a precisarlo, sono autodidatta, quantunque ci siano stati tentativi di fare studi musicali seri e rigorosi, ma, poi, la cosa non mi sembrò affatto seria. Nel 1954-55 incontrai Bruno Maderna, grande musicista e grande amico, che mi diede una mano e a cui rimasi sempre legato da una vera e profonda amicizia, nonostante la rottura avvenuta nel ’58 come conseguenza della “calata” di John Cage in Europa; anche se fu proprio lui a spingermi nella “gabbia”. Infatti, da allora, tutto fu un’altra cosa. Da più di quarant’anni mi lega una grande amicizia a Juan Hidalgo, con il quale ho collaborato per molto tempo realizzando a quattro mani una infinità di progetti nella e fuori della musica”. Nell’inverno del 1960, Walter Marchetti soggiorna alle Nuove Ebridi. Qualche anno più tardi si trasferisce in Spagna dove nel 1964 con Juan Hidalgo dà vita al gruppo ZAJ. Dopo un lunghissimo periodo trascorso in una miriade di luoghi disseminati nel mondo, sempre coinvolto in attività musicali e non, rientra in Italia a Milano, dove vive e lavora. Nel 1974 pubblica il suo primo disco, La caccia, nel 1977 In terram utopicam, nel 1984 Per la sete dell’orecchio, nel 1989 Natura morta, sempre nello stesso annoVandalia Per la sete dell’orecchio (nuova versione), nel 1996Antibarbarus, nel 1999 Nei mari del sud. Musica in secca, e nel 2001De musicorum infelicitate. Da oltre trent’anni è presente con le sue opere nelle più importanti manifestazioni internazionali musicali e derivati e, a suo dire, si è sempre coperto di vergogna – pur essendone felicissimo – facendo vedere e ascoltare la sua musica a: Darmstadt, Köln, Milano, Las Palmas e Santa Cruz de Tenerife (Canarie), Barcelona, Madrid, Frankfurt, Paris, Lisboa, San Sebastián de los Reyes, Almoróx, Algeri, Schauinsland, London, Aachen, Berlin, Clermont-Ferrand, Zaragoza, San Sebastián, Bilbao, Alcoy, Rouen, Düsseldorf, Kassel, Valencia, Tokio, Osaka, Pamplona, Santos e Sao Paulo (Brasile), Cordoba (Argentina), Albany, Hannover (USA), Montréal, New York, Amherst, Urbana-Champaign, Buffalo, Minneapolis, Oakland, Berkeley, Colorado Springs, Middletown, Cambridge (USA), Venezia, München, Bern, Genève, Spoleto, Roma, Pavia, Algeciras, Cadiz, Firenze, Pescara, Genova, Wiesbaden, Marseille, Eindhoven, Amalfi, Lion, Bologna, Pratolino, ecc. Per il resto, la sua musica è davvero bella.

ascolta e scarica:  Walter Marchetti – Per la Sete dell’Orecchio (1976, Cramps)

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omertà nella chiesa

Notizie dalla provincia! Non proprio fresche ma, purtroppo, già sentite.

In un giornale di Pavia si parla della notizia di un prete salesiano, ex confessore di Silvio B., denunciato per violenza sessuale.

Pare che quattro anni fa un giovane ventenne venne invitato dal prete a dimorare nella sua camera d’albergo, il prete cercò di palpeggiare il giovane, tentò di baciarlo. Questa storia riguarda maggiorenni, se un prete ci prova con un adulto, l’adulto può benissimo rifiutare e la denuncia è un atto infame…ma questo è un altro problema, soprattutto non si conosco bene i dettagli…

il giornale locale condivide la notizia nella propria pagina facebook, è interessante leggere un commento:

prete

-Donga (don Gabriele) siamo con te…e questi si svegliano anni dopo per cosa!!! Per gettar fango sulle persone…Salesiani forever, Don Bosco pensaci tu…-

Non è una ragazzina esaltata a scrivere, ma una signora di almeno cinquant’anni. La cosa che colpisce è l’omertà della chiesa, la sottomissione, il ‘giusto silenzio’ che protegge un peccatore che non deve dar conto agli umani ma solo a Dio (e forse a Don Bosco); Don Bosco viene invocato per risolvere il problema, il Signor Wolf, il santo morto che influenzerà il tribunale e con una magia dall’aldilà darà la giusta punizione a questo giovane che non si è fatto toccare il pisello.

Questo atteggiamento omertoso dei cattolici praticanti è pericoloso per chiunque frequenti certi ambienti ‘protetti’ come la chiesa. Dove qualsiasi cosa succeda, l’importante è non parlarne all’esterno, tanto il Signore risolverà tutto. Basterebbe cominciare a mettere in discussione la castità, una cosa disumana, impossibile per l’essere umano, etero o omo che sia.

 

 

 

 

 

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Sanremo? Meglio il Brasile

metal metal

il festival di Sanremo io l’ho quasi sempre visto, non tutto, ma qualche pezzetto, un po’ come faccio con Xfactor. La mia è semplice deformazione professionale, occupandomi di musica e suono ma non facendo parte della scena mainstream, voglio comunque sapere chi sono i cantanti del momento. Poi mi interessa anche l’aspetto tecnologico, capire quanti soldi hanno buttato per le luci, le scenografie, etc.

Sanremo 2013 perde 10 a 1 contro Xfactor 2012. L’orchestra appesa sulle scale, impossibile da inquadrare e impossibili da effettuare i classici primi piani ai solisti e ai loro strumenti, caratteristici di questo tipo di trasmissioni. Le luci sembrano quelle degli spettacoli di piazza dove il tecnico non è un tecnico, ma il proprietario che vuole fare vendere quanti soldi ha investito in imitazioni di testate mobili famose.

Ieri sera ho scoperto Toto Cutugno, un giovane patriota che parla di spaghetti, mandolino, Pertini, armata rossa e balalaika…devo dire che il mio pezzetto di festival è finito durante l’esibizione di quel giovane, non ho resistito; mi incazzo parecchio a sentire questa propaganda della nuova sinistra patriottica, legalitaria, moralista (come sempre)…

Quindi per disintossicarsi, andiamo ad ascoltare un gruppo brasiliano non famoso ma tostissimo. Hanno registrato due album molto diversi e oltretutto in free download. Loro sono i Metá Metá ed il secondo album, uscito qualche mese fa, si intitola Metal Metal.

Ascoltatevi per esempio questo brano “Rainha das Cabeças” (regina delle teste): Rainha das Cabeças, Metá Metá

si sente l’africa (definiscono la loro musica “afro-noise), il free, il noise, il metal, il tropicalismo e la bossa…ad un certo punto pare di sentire “Água de Beber”.

La nuova scena brasiliana è molto interessante, ci sono gruppi che qui in Italia definiremmo ‘indie’, ma diversamente al nostro concetto di “indipendente”, loro hanno stretti legami con il passato della musica brasiliana; pare che alcuni testi cantati dei Metá Metá, siano nei vari dialetti parlati nel paese carioca e inoltre non disdegnano contaminazioni con il noise o il metal o il jazz radicale.

Io sono andato in fissa per questo gruppo, gli album li trovate qui:

Metal Metal (2012)

Metá Metá (2011) 

altri link:

il loro soundcloud

la loro pagina ufficiale di facebook

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