mi permetto dopo anni di mettere online questo disco. un LP dell’RCA del 1970, un LP del mio maestro Silvano Spadaccino. questa è musica da sentire oggi, musica accompagnata da una sola chitarra classica e più voci. canti tradizionali mescolati dall’abile Silvano.
1) ‘O Ciucciu
2) A Gramadora
3) Maremma
4) Coraggio Ben Mio
5) Sant’ Antoniu Allu Desertu
6) Un Bicchiere Di Dalmato
7) Serafin Aveva Un Siffolo
8) A Tocchi A Tocchi
9) Bel’ Uselin
10)Sommario – Medley
+ Sommario Monti, Maria
+ Inserto Muraglie-Canzone Del Carcerato
+ Nella Tua Casa
11)L’Armatura
12)Gli Americani
CD 2
1) Cum’ è Belle Lu Prim’Ammore
2) Che Cos’è, Cosa Non E’
3) La Monferrina
4) Ciuri Ciuri
5) La Rosetta
6) La Balilla
7) Se Ti Viene Il Mal Di Pancia
8) La Domenica Andando Alla Messa
9) E’ Fatto Giorno
10)Non Ho Mai Visto Il Mare
11)La Mazurchica – Medley
+ La Mazurchica
+ Inserto P.M.
+ Polli Sterilizzati
12)La Bella Addormentata – Medley
+ La Bella Addormentata
+ Inserto Muraglie
+ Ti Ricordi Nina
Una canzone dei primi anni ’70 di José Mario Branco, uno dei maggiori esponenti della cançao de intervençao portoghese; una musica che oggi viene snobbata, perché moscia, senza batteria e frequenze sotto gli 80Hz che spaccano, forse il trucco della musica odierna: i 63 o 67 Hz dal vivo. Ma un grande musicista e un grande testo.
A parte queste pippe tecniche, la grandissima Maria Monti cantò una versione ben tradotta di un pezzo di Branco, “aqui dentro de casa”. Una canzone bellissima, inutile da commentare, cantata da una grande interprete, forse la mia preferita. Il testo non è tradotto letteralmente ma è riadattato molto bene.
Una piccola precisazione:
nel testo originale si parla di Mariuccia che diventa come Marta (Mariazinha fui, em Marta me tornei). Nel testo tradotto Mariuccia diventa Maddalena, la fidanzata ufficiale di Gesù. Mariuccia è invece la sorella di Marta, Maria di Betania, poco conosciuta in Italia ma in voga in Portogallo e Brasile.
Di seguito:
il brano di Maria Monti e il testo
il brano originale di Mario Branco e il testo originale in portoghese
Qui dentro casa (il titolo originale non lo conosco)
RIT.
ero Maddalena e Marta diventai
ora ti parlo io e tu mi ascolterai
tanto tempo fa, duemila anni fa
credevo che l’amor fosse tutto
tu mi insegnasti il bello ed il brutto
e che il mio corpo la vita poteva afferar
i miei occhi chiusi meravigliati e muti
credevan che l’amore eclissasse
perfino il sole e la lotta di classe
e si credevan di viver soltanto per servire te
RIT.
Ora sto in cucina tra pentole e bambini
hai messo le miei mani al lavoro
eri convinto di darmi un tesoro
ma ad una vita più mia non posso pensar
i miei occhi chiusi muti e affaticati
non vedono né versi né prosa
il mio sudore è la tua vita in rosa
questi occhi aperti che cercan la vita e che tu vuoi serrar
RIT.
Tu prendi la mia mano mi parli del padrone
che paga un salario di fame
che ruba anche sui pezzi di pane
ma parli solo a te stesso sfogandoti un po’
i miei occhi assenti muti e affaticati
non possono capir ciò che dici
e frugo dentro ai tuoi occhi infelici
e spero sempre che un giorno tu tenga un comizio per me
RIT.
Sono la tua serva devota e affezionata
a letto in cucina al mercato
ma solo quando ti vedo spogliato
tu mi concedi il diritto di vivere un po’
i miei occhi stanchi restan spalancati
piangendo sopra a questa mia sorte
di far la serva fino alla morte
e piango tutta la notte con gli occhi arrossati per te
RIT.
La tua volontà di giustizia e libertà
non trova posto nella tua casa
la rabbia tu te la tieni rinchiusa
ma la mia rabbia la sento montar dentro me
i miei occhi stanchi vorrebbero vedere
un mondo che sia giusto per tutti
un mondo senza né servi né oppressi
un modo dove se io ti ascolto anche tu ascolti me
RIT.
Ero Maddalena e Marta diventai
ma tutto ciò che fu
non tornerà più mai
Aqui dentro de casa
Foi há tantos anos, foi há dois mil anos
Que vi no amor o meu Cristo
Que me mostraste um amor imprevisto
Que me falaste na pele e no corpo a sorrir
Meus olhos fechados, mudos, espantados
Te ouviram como se apagasses
A luz do dia ou a luta de classes
Meus olhos verdes ceguinhos de todo para te servir
Mariazinha fui, em Marta me tornei
Vou daquilo que fui pr’aquilo que serei
Filhos e cadilhos, panelas e fundilhos
Meteste as minhas mãos à obra
E encontraste momentos de sobra
Para evitar que o meu corpo pensasse na vida
Teus olhos fechados, mudos e cansados
Não viam se verso, se prosa
O meu suor era o teu mar de rosas
Meus olhos verdes, janelas de vida fechados por ti
Mariazinha fui, em Marta me tornei
Vou daquilo que fui pr’aquilo que serei
Pegas-me na mão e falas do patrão
Que te paga um salário de fome
O teu patrão que te rouba o que come
Falas contigo sozinho para desabafar
Meus olhos parados, mudos e cansados
Não podem ouvir o que dizes
E fico à espera que me socializes
Meus olhos verdes
Boneca privada do teu bem estar
Mariazinha fui, em Marta me tornei
Vou daquilo que fui pr’aquilo que serei
Sou tua criada boa e dedicada
Na praça, na casa e na cama
Tu só me vês quando vestes pijama
Mas não me ouves se digo que quero existir
Meus olhos cansados ficam acordados
De noite chorando esta sorte
De ser escrava prá vida e prá morte
Meus olhos verdes
Vermelhos de raiva para te servir
A tua vontade, justiça igualdade
Não chega aqui dentro de casa
Eu só te sirvo para a maré vaza
Mas eu já sinto a minha maré cheia a subir
Meus olhos cansados abrem-se espantados
Prá vida de que me falavas
Pra combater contra os donos de escravas
Meus olhos verdes
Que te vão falar e que tu vais ouvir
Mariazinha fui, em Marta me tornei
Sei aquilo que fui e que jamais serei
Mariazinha fui, em Marta me tornei
Sei aquilo que fui e que jamais serei
Qualcuno potrebbe pensare che non ha senso mandare affanculo, per giunta nel titolo, un intellettuale come saviano; invece è proprio quello che occorre, del rigurgito punk, una ribellione sincera, non nascosta da stupide trasmissione televisive o da abiti talari. Uno stile chiaro, di tutti i giorni, una sincerità nel dire quello che si pensa, che è chiarissimo ed è: vaffanculo stronzo!
Quindi saviano vaffanculo:
vaffanculo dalla tua posizione di privilegiato-sfigato, di uno che ormai ha tanti soldi ma non può spenderli; di uno che ha milioni di seguaci e fans e non li può abbracciare; di uno che forse non può fare manco l’amore quando gli va’.
saviano vattene a cacare: perché ho la tua stessa età, non ho scritto nessun libro ma so cosa significa non arrivare a fine mese ed avere anche dei figli da campare; so cosa significa discriminazione e ribellione, anche nel mondo del precariato. Cosa significa ribellarsi con un padrone provvisorio che ti può cacciare dopo cinque minuti e non hai sindacati da chiamare o non ti puoi manco passare il piacere di rompergli il muso.
So anche cosa significa anarchia, non quella dei libri che tu hai letto e che citi nel tuo articolo, anzi, quello che tu credi di aver capito. L’anarchia è molte cose, è anche voglia di caos, forte individualismo e disprezzo per qualsiasi autorità: comprese quelle come te, create ad hoc dall’alternativa del potere, dei complessati del potere.
Saviano vai-te foder (te lo dico in portoghese). Perché potresti almeno intuire il peso che oggi hanno le tue parole verso i tuoi adepti; verso normalissime persone che aspettavano il messia ed in te l’hanno trovato, persone che fino ad ieri pensavano alle ribellioni come sacrosante o che l’esasperazione porta agli scontri diretti, ti fa salire il sangue alla testa e pensi che se lo stato può spezzarti le gambe a Terzigno, a L’Aquila, in Valle Susa, tu come minimo gli devi “un favore”.
Ti auguro solo che un giorno tu possa ritornare ad essere libero, proprio per ricordarti cosa significa poter parlare con la gente per strada, stare seduto in una piazza con i tuoi amichetti, capire i malumori della gente; frequentare precari, lavoratori, disoccupati, giovani e vecchi e anche i preti e gli sbirri che tanto ti piacciono…