Gheddafi e lo spettacolo

foto da QUI

apprendiamo che nelly furtado donerà in beneficenza il cachet ricevuto nel 2007 da gheddafi. Invece si trova ancora online un’intervista a pietra montecorvino che nel 2009 andò a cantare dal rais e tornò troppo entusiasta.

L’intervista dal corriere del mezzogiorno:

«Così ho conquistato Gheddafi e Silvio. Pronta a cantare a Palazzo Grazioli»

Pietra Montecorvino: «I leader arabi hanno preferito le mie canzoni e la mia voce a quelle di Shakira»

NAPOLI – È stata un’esperienza surreale e per me un grande onore cantare per Gheddafi e Sil­vio Berlusconi». Pietra Montecorvino è esal­tata dalla sua esperienza canora alla cena di domenica scorsa a Tripoli per la Giornata di amicizia italo-libica. «Gheddafi mi guarda­va con gli occhi spalancati – racconta la can­tante – , mi ascoltava incantato perché ho una voce particolare e canto musica di pace che veramente unisce il Mediterraneo». Quattro i brani che la Montecorvino ha cantato vestita in abito lungo nero accompa­gnata solo da un chitarrista: «Tu si na cosa grande», «Serenata napoletana», «Indiffe­rentemente » e «Can­zone per te» di Sergio Endrigo tratta dal suo ultimo disco «Italia­na » arrangiato da Eu­genio Bennato che ha utilizzato molte strut­ture musicali arabe. «Per questo i dischi che ho regalato sono piaciuti moltissimo. Ne ho dato uno anche a Gheddafi».

È vero che il leader libico si è commosso?
«Questo non lo posso dire io, sarei immo­desta. Certo era molto attento».

Anche Berlusconi?
«Anche lui. Il mio spettacolo è stato prece­duto da danze etniche libiche e poi da un coro siciliano e delle tarantelle. Credo che la mia sezione sia stata la più adatta al momen­to. Su un altro palco, dove i leader non sono andati, c’era Shakira. Ma io ero certamente più in sintonia con il tipo di celebrazione».

Perché?
«Una parte del mio nuovo disco è araba e poi la mia musica è molto mediterranea e unisce molte culture e le ripropone tutte in­sieme. È stata un’esperienza singolare. C’erano militari ovunque. I capi di stato di 40 paesi africani, passavano molti aerei. Tut­ti indossavano abiti variopinti. Sembrava un film di Fellini, ma anche una situazione pasoliniana…».

La visita del nostro premier in Libia è stata molto criticata…
«Parlare è facile. La mia politica è quella dell’arte e della cultura. Non mi interessano le scelte di Berlusconi, ma devo ammettere che molte cose che lui fa sono importanti…».

Come la visita a Gheddafi?
«Sì. Era un gesto importante. Da quelle parti è tutto molto diverso: è un altro mon­do. È importante avere un contatto come quello intrapreso da Berlusconi. I libici so­no del tutto particolari. Noi abbiamo i loro immigrati, la situazione è delicata. Berlusco­ni ha avuto il coraggio di fare una cosa mol­to delicata e importante per tutti noi. Chi non vede non può capire».

Insomma, se il premier la invitasse a suonare ad una delle sue feste a palazzo Grazioli, lei ci andrebbe?
«Certamente, con molto piacere. Io sono una cantante e devo propormi sempre arti­sticamente in maniera positiva».

Biagio Coscia
03 settembre 2009(ultima modifica: 04 settembre 2009)

 

 

 


 

 

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portogallo e precariato 2. non solo l’italia fa schifo

gli Homens da Luta rispondono ai Deolinda

L’altra volta avevo pubblicato la traduzione della canzone dei Deolinda considerata l’inno di una generazione, adesso pubblico la parodia degli Homens da Luta.

Gli Homens da Luta sono un singolarissimo gruppo portoghese, un mix di una farsa vintage dei cantautori portoghesi (cançao de intervençao) e una street band situazionista.

Da qualche anno si vedono in giro per strada a coinvolgere gente comune nelle loro manifestazioni estemporanee con uso di megafono, baffoni e jeans a zampa d’elefante. Li trovo uno dei più interessanti progetti portoghesi contemporanei.

http://www.youtube.com/watch?v=2x0mvUGjfzU

la loro versione:

Sono della generazione della corruzione

violo la legge e la costituzione

che furbo che sono!

Sono della generazione dell’intimidazione

io zittisco giornali e televisioni

che furbo che sono!

Sono della generazione “non mi stanco mai”

sempre un livello sopra i comuni mortali

che furbo che sono!

che furbo che sono!

che furbo che sono!

che furbo che sono!

se vuoi approfondire:

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i simpaticoni del popolo viola

vi invito a dare una sbirciatina alla pagina del popolo viola su facebook. potreste trovare ad esempio simpatici commenti come questo:

manifestante NON del popolo viola

sti tipi sono un po’ come il primo della classe che non ti passava i compiti e se sbirciavi lo diceva alla prof….ma vaffanviola

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nuovo Fado sul precariato: Portogallo come l’Italia o peggio

I Deolinda sono una band portoghese di nuova musica folk. È un genere che non mi interessa molto, perché spesso troppo pop o troppo simile a gruppi storici come i Madredeus. Comunque è una delle band migliori del panorama etno-commerciale portoghese.

Tramite il blog dei “precari inflessibili” ho recuperato il testo di un brano dei Deolinda che vi traduco:

sono un’ingenua

sono della generazione che non viene pagata

e non mi preoccupo di questa condizione

che ingenua che sono!

Perché non è una cosa buona ma continua,

già è una fortuna fare uno stage.

Che ingenua che sono!

Mi metto a pensare

che il mondo é così stupido

dove per diventare schiavi bisogna studiare.

Sono della generazione “vivo con i miei genitori”,

non mi manca niente, cosa mi occorre più?

Che ingenua che sono

figli, mariti, sto sempre a rinviare

e ancora devo finire di pagare la macchina

che ingenua che sono!

Mi metto a pensare

che il mondo é così stupido

dove per diventare schiavi bisogna studiare.

Sono della generazione “perché dovrei lamentarmi?”

Ho visto gente combinata peggio di me in TV.

Che ingenua che sono!

Sono della generazione “non ce la faccio più!”

Questa situazione dura già da troppo tempo

ed io ingenua non sono!

Mi metto a pensare

che il mondo é così stupido

dove per diventare schiavi bisogna studiare.

In portoghese

Deolinda – Parva que sou

Sou da geração sem remuneração
e não me incomoda esta condição.
Que parva que eu sou!
Porque isto está mal e vai continuar,
já é uma sorte eu poder estagiar.
Que parva que eu sou!
E fico a pensar,
que mundo tão parvo
onde para ser escravo é preciso estudar.

Sou da geração ‘casinha dos pais’,
se já tenho tudo, pra quê querer mais?
Que parva que eu sou
Filhos, maridos, estou sempre a adiar
e ainda me falta o carro pagar
Que parva que eu sou!
E fico a pensar,
que mundo tão parvo
onde para ser escravo é preciso estudar.

Sou da geração ‘vou queixar-me pra quê?’
 alguém bem pior do que eu na TV.
Que parva que eu sou!
Sou da geração ‘eu já não posso mais!’
que esta situação dura há tempo demais
E parva não sou!
E fico a pensar,
que mundo tão parvo
onde para ser escravo é preciso estudar.

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i dischi del sole

qualche anno fa un documentario su i dischi del sole, questa la colonna sonora:

link

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