La casta Einaudi

bisnonno secondo presidente della
repubblica italiana (Luigi), nonno editore (Giulio), padre musicista
(Ludovico) e lei musicista indipendente: Jessica.

 

Sul corriere online oggi leggo di
questa nuova promessa dell’indie, non ho pregiudizi sulle sue origini
ma, arrivo in fondo all’articolo e cosa dichiara la cantante?

Non si riconosce nell’Italia di
«X-Factor»:

«Gente senza alcuna capacità che
non canta quello che scrive, con un’immeritata visibilità. Abbiamo
scelto una strada diversa, dischi e tour. Ce la si fa anche così,
vedi gli Afterhours».

X-Factor
è la giusta via della musica pop, il vendere solamente, l’immagine
prima di tutto. La musica pop non è altro.

Gli
Afterhours fanno cacare, inoltre sono pure andati a sanremo per
visibilità.

Berlino, dove hanno suonato e
suoneranno ancora, è sullo sfondo: «Ci vorremmo trasferire lì»,
sogna Jessica, «lo hanno già fatto molte band americane. A Berlino
non ti chiedono quale altro mestiere fai, c’è spazio per la
sperimentazione»

io lo so bene che
spazio a Berlino per la sperimentazione se ne trova parecchio. Solo
che vivere di musica è praticamente impossibile, devi per forza fare
anche altro per campare e se non conosci il tedesco, certo non vai ad
insegnare all’università.

Jessica sei
disposta a lavorare in un ristorante?

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2 risposte a La casta Einaudi

  1. arte scrive:

    i beatles sono stati un gruppo importantissimo, per tutti
    ho parlato male dei beatles? ma non scherziamo….

  2. Violet scrive:

    Giusto, i Beatles erano esclusivamente immagine. In più nella sporca musica pop non c’è mai stato un talento che uno, ma proprio mai.
    Complimenti per l’enorme cultura musicale e soprattutto per la totale mancanza di pregiudizi. Non riconoscere i meriti altrui per imposizioni fighetto-alternative dopo i 15 anni è una di quelle cose così tristi che si commenta da sé.

    http://www.freddynietzsche.com/2011/08/02/una-delle-cose-piu-perfettissime-degli-ultimi-anni-di-pop-era-un-po%E2%80%99-che-non-lo-ribadivo/

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