Quando vedo un prete in automobile una multa pagar, io provo un dispiacer. Perchè lui pensa grandi cose fatte di eternità[…] Luigi Tenco
Quello il prete era furbo! Quello, ti portava a casa per vedere
una videocassetta: era furbo, si era studiato bene la cosa.
Come molte persone nate in Italia,
soprattutto al Sud, ho ricevuto un’ educazione cattolica; in prima
media mi iscrivo agli scout, premetto che qualche anno prima avevo
tentato di fare il chierichetto ma, dopo aver servito una sola messa,
non si sa perché S. Messina mi cacciò. Messina avrebbe
avuto un grande futuro come educatore, un ignorante ed arrapato che a
trent’anni non aveva mai fatto l’amore: ovvio che uno del genere lo
metti ad organizzare i bambini delle elementari.
Agli scout mi sono divertito parecchio,
per fortuna maschi e femmine eravamo abbastanza liberi di “scoprirci”
durante le notti dei campi estivi ed invernali. Si, dovevamo fare
tutte quelle cazzate militariste come l’alza bandiera, la preghiera
(perché scout cattolici), indossare i pantaloncini e sentirci
snob nei confronti degli altri coetanei non scout…
Anche a casa iniziarono a trattarmi da
adulto, almeno un po’, poi frequentavo la chiesa e anche un giovane
prete disponibile con tutti noi ingenui e brufolosi maschietti; si,
perché durante il pomeriggio del sabato c’erano anche le
ragazzine per la riunione di reparto ma la sera, la cena ed il film
da Padre Pippo lo guardavamo solo i maschi.
Padre Pippo non mi ha mai convinto a
pelle, ma ho creduto che il mio atteggiamento era troppo critico:
solo perché appena ti incontrava voleva un succoso bacetto
sulla guancia? Un innocuo bacetto da prete, che vuoi che sia…una
volta provai a ribellarmi al bacetto quotidiano, lui mi tenne il muso
per tutta la sera e mi disse pure che ero l’unico a formalizzarsi.
Erano bei sabato sera quelli dal prete,
si cazzeggiava, mangiavamo la maxipizza e poi ci si guadava un film a
noleggio (in pochi nell’ 89/’90 avevamo il videoregistratore a casa).
Ecco, ricordo una delle tante scene seduti sul divano del prete,
stretti, inutilmente stretti in una casa ben riscaldata dove…si: i
più brutti li faceva sedere a terra ed i preferiti li teneva
sulle gambe.
Alito da prete, puzzo di mutande
perennemente umide, odore di lacca e mastro lindo utilizzato dalla
perpetua per pulire a lustro la casa del giovane prete; dopobarba
Denim, cassette dei Toto ed dei Dire Straits, pochi libri, molte
bibbie, magari qualche sborrata mimetizzata da un santino. Che puzza di prete che mi ritorna
dentro la narice destra, nella sinistra per fortuna, il buon odore
della maxipizza capricciosa.
Uno dei vari sabato sera, padre Pippo,
dopo la pizza fece mettere una cassetta di un film. Io, sulle sue
gambe non mi sedevo e facevo di tutto per stare alla larga del suo
puzzo da prete.
Quella sera però toccò a
F., un ragazzino di un paio di anni più di me, a stare in
braccio; buio, silenzio, si parte col film e all’improvviso mi gusto
tutta la scena fuori dallo schermo: il prete che pian piano gioca con
la maglia di F., gli sfiora l’ombelico e arriva fino al pube con
tutta la sua pelosa mano. Nessuno ha detto niente, sono passati quasi
vent’anni e tutti ancora negano, negano pure delle notti passate a
dormire dal prete…solo un mio intimo amico ha ammesso che una notte
il prete di merda ci ha provato. Gli altri non parlano per vergogna,
ne sono convinto, ma almeno ad un paio di loro gli avrà
toccato la minchia.
Però era un giovane prete, che
male poteva esserci a far dormire un adolescente con lui, nel suo
letto stretto stretto con quell’alito da ostia e vino, da inceso
bruciato e confessionale in legno massello. Tutti ci dormivano e
spesso, lo si invitava a casa quando cucinava mamma, preparando le
cose migliori per il giovane prete altrimenti solo a casa.
Mi fece pure guidare la macchina, sarò
stato in seconda media e dopo un pranzo dai miei ha tentato di
comprare uno dei giovinetti più resistenti alle sue avance; io
per fortuna ero molto sveglio da piccolo, non sono mai caduto nella
viscida trappola.
Come in tutti i documentari, il prete
dopo molti (d)anni fu trasferito. In paese si è sempre parlato
di una simpatica ragazza filmata di nascosto mentre faceva all’amore,
ma mai del prete…
forse le persone che hanno vissuto personalmente queste cose, hanno problemi a parlarne. lo so che non è positivo ma forse per loro è molto difficile.
questa storia la conosco da anni oramai ma non conosco nessuno che l’ha vissuta in prima persona; anche tu racconti di F. ma non di te….insomma questa è la storia di altri ma mai di ki la racconta.
non ero bruttino ai suoi gusti, solamente sono sempre stato molto diffidente.
ovviamente non condanno i miei coetanei che a quei tempi non riuscivano a reagire, ognuno ha la propria personalità e le proprie insicurezze.
comunque condanno i commenti come ‘frocio’ visto che l’omosessualità non c’entra assolutamente niente con quei pezzi di merda che ci provano con i ragazzini.
l’omosessualità è una cosa personale, solamente un’abitudine sessuale come l’eterosessualità, una cosa che non nuoce a nessuno. toccare i ragazzini invece è tipico da chi è represso sessualmente, magari perchè indossa una divisa da prete ed ha scelto l’innaturale ruolo della castità.
cerchiamo di non mischiare le due cose, facciamo attenzione a queste facili semplificazioni…
pensandoci bene stiamo parlando di PEDOFILIA…
noi ci sentivamo adulti tu da escluso (forse perchè bruttino a suoi gusti) scrivi che sei stato scaltro e sveglio ma gli altri mica dormivano semplicemente si ritrovavano la mano nel proprio “pacchettino” all’improvviso e noi che ci sentivamo adulti gridavamo “al froscio… al froscio…” ma in effetti oggi ripensandoci quella era pedofilia!!!
grazie anche se sono un dilettante 🙂
purtroppo però la storia è vera
bellissimo post da grande scrittore non scherzo…