Quale funzione dovrebbe avere in una società diversa?
Una delle cose del passato che mi intrigano di più è proprio questa:
la figura del maestro che sceglie il miglior allievo a cui svelare
tutti i segreti. Nessuna scuola di stato o a pagamento ti farà
accedere ai "trucchi del mestiere".
come metalmeccanico all'Iveco di Mantova per quattro anni. Non
lavorerà spesso, anche se è un imbianchino bravo e pulito.
Un suo amico un pomeriggio lo porta a trovare Matteo Salvatore, Nicola
non ha mai preso in mano una chitarra; il maestro lo attendeva, chissà
da quanti anni aspettava l'arrivo di Nicola.
Da quel giorno, tutti i pomeriggi, Nicola li passava a casa del
maestro a studiare le sue canzoni e la nobile, personalissima tecnica
della mano destra per suonare la chitarra.
Nicola ha un repertorio di più di due ore, canta con intensa passione
tutte le canzoni del maestro ormai sue: si perché Nicola è anche
umile, ha subito accettato di succedere al maestro. Quasi lo reincarna
nello spirito, nel fisico e nello stile di vita.
Quando l'ho conosciuto, ho capito che dovevo suonare con lui, dovevamo
inventarci qualcosa e registrare la sua voce; ho pensato a qualche
pescecane del supermercato dei dischi e delle promesse, che prima o
poi, lo accalappiava approfittando della sua buona fede.
Abbiamo iniziato a parlare di diritto d'autore, di suonare in posti
occupati, della differenza che passa tra il mercato musicale e la
nostra testa. Nicola dice di non interessarsi di politica, io gli ho
sempre detto che lui è un anarchico puro e romantico.
A Foggia mi viene a prendere alla stazione degli autobus con Rosario,
un altro carissimo amico e suonatore di tamburello in stile Gargano;
andiamo subito nel suo mondo, Nicola è entusiasta di farmi conoscere
la sua vita, come funziona e come si svolge. Il primo posto che
visiteremo è il club, il luogo più importante dove si passano le
intere giornate.
Il club è una sorta di scantinato, con la luce bianca del neon e come
decorazioni ha appeso ai muri le sciarpe della squadra del Foggia
calcio; il bancone è vecchio, le bottiglie dei superalcolici sono
quelle poche che si usano in zona: il caffè Borghetti, la sambuca, lo
stock 84 e l'amaro Averna. Noi prendiamo invece una Peroni a testa,
brindiamo e contempliamo i video poker.
Matteo Salvatore ha cantato la povertà, la tradizione vissuta, Nicola
Briuolo conosce tutto questo: è impressionante, ma sembra quasi che il
maestro si sia reincarnato in lui (per dirlo io da ateo!). Il maestro,
prima di morire, gli ha ceduto la sua chitarra, la sua voce e i suoi
falsetti; possiamo apprezzare brani intensi come "lu bene mio",
allegri doppi sensi come "pette tonna".
Nicola senza pretese, è un personaggio scomodo. Scomodo per chi con le
canzoni del maestro voleva arricchirsi sentendosi l'erede ufficiale,
gente che anche in vita ha sfruttato Matteo Salvatore. Di recente una
rivista chic chiamata "il cantastorie", ha sparlato di lui
etichettandolo come un ladro che si è autoproclamato "l'allievo di
Matteo Salvatore"; sarà perché Nicola vive felicemente ai margini
della società, non è interessato a suonare per questo pubblico di
radical-chic, gente che non sente sua, collezionisti di vecchi cimeli
musicali: gente da bottega equo e solidale.
Riportiamo la musica in strada, ammettiamo il nostro essere diversi:
figli di contadini, dei moods e dei punk londinesi, dei provos
Olandesi, gente di strada che beve e si distrugge; questa vostra
società perbene, fatta di democratici di sinistra sempre pronti a
cercare la musica popolare che non esiste, a noi ci fa schifo: se non
riusciremo a distruggerla, le staremo alla larga.
A noi ci piacciono i bar squallidi, i club coi video poker, i
disoccupati per scelta. Ci piace star bene insieme, ma anche picchiare
chi ci guarda dall'alto in basso, abbiamo la panza per la troppa birra
e le occhiaie per il poco sonno.
O voi giornalisti perbene, voi delle riviste ufficiali: tenetevi i
vostri soldini, pippatevi la cocaina e organizzatevi i vostri
festival per musicisti emergenti; state attenti però quando ci vedete,
cambiate strada.